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GERMANI
Originariamente nome di una sola tribù,
non di origine germanica, che si era spostata a ovest del Reno. In seguito
i galli lo usarono per designare tutte le popolazioni, etnicamente differenziate,
ma accomunate dal fatto di parlare dialetti indoeuropei assai simili tra
loro, stanziate oltre quel fiume. I dati archeologici a nostra disposizione
sono ancora troppo scarsi per stabilirne la sede originaria, verosimilmente
compresa tra la Scandinavia del sud e le coste del mar Baltico, e l'epoca
in cui cominciarono a migrare. La prima cultura sicuramente germanica
è quella di Jastorf (VII secolo a.C.), le cui testimonianze si
trovano nello Jyllane (Jütland) e lungo il corso centro-meridionale
del fiume Elba. Vi erano due gruppi: il settentrionale, stanziato nella
Scandinavia, e il meridionale nel continente. Questi, spintisi a sud,
vennero in contatto con la civiltà celtica di La Tène e
ne furono influenzati. Altre tribù meridionali (suebi, marcomanni)
si spinsero ancora oltre, fino a raggiungere la regione boema e il corso
del Danubio, scacciandone le popolazioni celtiche, come gli elvezi, o
germano-celtiche, come i belgi, che vi erano insediate. Verso la fine
del II secolo a.C. ci fu la migrazione dei cimbri e dei teutoni,
che saccheggiarono l'Italia settentrionale e il Norico, e furono fermati
da C. Mario. Più o meno nello stesso periodo, dal gruppo settentrionale
si staccarono altre tribù (burgundi, gepidi, goti,
vandali) che migrarono verso oriente e intorno al III secolo a.C.
raggiunsero il mar Nero. Alla loro avanzata si oppose sempre Roma, con
le quale gli scontri di confine prima e le vere e proprie guerre poi diventarono
sempre più frequenti. Ma col tempo i germani riportarono anche
delle vittorie importanti, come quella di Teutoburgo (9 d.C.), e poterono
penetrare sempre più in profondità all'interno dell'impero
romano, a cominciare da due potenti tribù formatesi lungo il confine:
gli alamanni e i franchi. Questa minaccia incombente fu
una delle cause principali della caduta dell'impero romano d'occidente
(476 d.C.)
P. Cuzzolin
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